– Ok. Figli. Cominciamo da questo.
– 3 figli, nessun altro parente.
– Uhm, nessun padre? Ok, andiamo avanti. Ti ricordi come sei arrivata qui?
– Ricordo la pioggia.
– Fuochino. Era una fontana, la fontana delle tartarughe al Ghetto, ci stavi seduta dentro la notte scorsa.
– Davvero? Pensavo di essermi bagnata sotto il temporale.
– Nottata totalmente serena, non piove da giorni.
– Dov’ero io pioveva.
– Allora eri molto lontana.
– Lo penso anch’io.
– E quindi come hai fatto a tornare così in fretta?
– Non sono sicura di riuscire a spiegartelo.
– Senti…
Io non sono qui per giudicare, non ho una siringa o delle manette nascoste dietro la schiena, capisco che stai vivendo un momentaccio e so che se ne parli è meglio, ma a me puoi dire qualsiasi cosa, non ti metterò la camicia di forza. Mi chiamo Marcello, faccio il turno di notte al pronto soccorso psichiatrico e sono qui apposta per te.